L’Arte del Tarocco - l’Arte dei Tarocchi
di Alejandro Jodorowsky
Nessuno sa chi creò i Tarocchi, né dove, né quando.
Nessuno sa che cosa significhi questa parola né a quale lingua appartenga.
Non si sa neanche se sia all’origine del gioco di carte o se sia solo il risultato di una lenta evoluzione incominciata con la creazione di un gioco chiamato “naïbbe” (carte) al quale si sarebbero aggiunti nel corso degli anni gli ARCANI MAGGIORI e le FIGURE.
Il primo caposaldo sicuro è il divieto nel 1376 a Berna del gioco di carte. Nel 1392 viene annotato nelle minute di Charles Peupart, tesoriere di Carlo VI, che sono stati pagati 56 “suoli” a Jacquemin Gringonneur di Parigi, per dipingere tre giochi di carte in dorato. Questo però non significa che Gringonneur abbia inventato i Tarocchi…
Nel 1377, un monaco tedesco - Johannes - parla di un gioco di carte che avrebbe visto in Svizzera. In Spagna, fin dal 1378 viene segnalata l’apparizione del gioco di carte. Nel 1457, Sant’Antonio, nel suo “Trattato di Teologia” fa riferimento ai Tarocchi. Nel 1500, un manoscritto latino: “Sermones de ludo cum allis”- contiene la lista degli ARCANI MAGGIORI.
Fino al XVIII secolo, i Tarocchi vengono assimilati ad un gioco d’azzardo ed il loro senso profondo passa inosservato. I disegni vengono copiati, trasformati, mutilati, abbelliti; ornati con ritratti di nobili, si mettono al servizio dei fasti della corte. Ma nel 1781, l’autore francese Court de Gébelin riscopre i Tarocchi (di Marsiglia) e ne fa la presentazione nel nono volume del suo libro il “Mondo primitivo”. Aggiungendo uno zero al Matto, sbagliando nei numeri dell’Eremita e della Temperanza, aggiungendo un piede alla tavola del Bateleur, trasformando lo scettro del Papa, disegnando l’Appeso in piedi etc…,sostiene così di correggere gli “errori” dell’originale e, ignorando le sue inesattezze, dà ai Tarocchi un’origine puramente inventata: le 22 LAME MAGGIORI sarebbero geroglifici appartenenti al “Libro di Toth” salvato dalle rovine dei templi egizi più di mille anni fa…
Dieci anni più tardi, un indovino alla moda, il barbiere Eteilla “restaura” il significato dei Tarocchi di Marsiglia e stabilisce tra le sue fantasiose Lame rapporti altrettanti fantasiosi con l’Astrologia e la Cabala. Da allora, verranno scritti migliaia di libri in cui si dimostra che i Tarocchi traggono origine dagli Egiziani, Caldei, Ebrei, Arabi, Indù, Greci, Cinesi, Maya, Extraterrestri, Sopraumani e anche dall’Atlantide o da Adamo stesso che ne avrebbe disegnato i primi schizzi! La parola TAROCCHI (TAROT) sarebbe egiziana (TAR: cammino; RO, ROS, ROB: reale), Indo-tartara (TAN-TARA: zodiaco), ebrea (TORA: legge), latina (ROTA: ruota; ORAT: parla), sanscrito (TAT: il tutto; TAR-O: stella fissa), cinese (TAO), ecc…
Diversi gruppi etnici e religiosi, diverse società segrete ne hanno rivendicato la paternità: Gitani, Ebrei, Massoni, Rosacroce, Sufi… Vi si ritrovano influenze dei Vangeli e del racconto dell’Apocalisse (nelle Lame quali IL MONDO, L’APPESO, L’IMPERATRICE, LA GIUSTIZIA, LA TEMPERANZA, LA FORZA, IL DIAVOLO, IL PAPA, IL GIUDIZIO), degli insegnamenti tantrici, dello Yi King e del Calendario Solare Azteco. Alcuni vedono nei Tarocchi un’opera alchimistica, cabalistica, astrologica, aritmomantica. Ogni società, ogni nucleo esoterico, ogni ramo della magia, ogni iniziato, ogni nazionalità, ogni artista, tutti provano allora la necessità di dipingere infine i veri Tarocchi…
Da duecento anni, sono apparsi oltre settemila giochi nuovi! Centinaia di carte antiche sono state salvate dalle biblioteche nella speranza di ricuperare le Lame di origine!
Da questo groviglio di interpretazioni limitate, ingenue, fantastiche, mercantili, pseudo - storiche, romantiche, schizofreniche, vanitose o mitigate, da questa sovrapposizione di dogmatismi e di sistemi, nacquero finalmente i TAROCCHI DI MARSIGLIA, autentico monumento, anonimo, alla stregua di qualsiasi arte sacra, definiti cosi dall’occultista Eliphas Levi: “Questa è un’opera monumentale e singolare, semplice e forte come l’architettura delle piramidi, di conseguenza come queste duratura; libro che riassume tutte le scienze e le cui combinazioni infinite possono risolvere tutti i problemi; libro che parla facendo pensare; ispiratore e regolatore di tutte le concezioni possibili; forse il capolavoro dello spirito umano, e sicuramente una delle più belle cose che ci ha lasciato l’antichità; clavicola universale, vera macchina filosofica che impedisce allo spirito di smarrirsi , lasciandogli la sua iniziativa e la sua libertà; è la matematica applicata all’assoluto, è l’alleanza del positivo all’ideale, è una lotteria di pensieri tutti rigorosamente giusti come i numeri, ed è infine forse ciò che l’ingegneria umana ha mai concepito nello stesso tempo di più semplice e di più di grande “ (“Dogma e Rituale dell’alta magia”, 1854.)
Disgraziatamente, E. Levi, come Gobelin e Eteilla, malgrado la sua immensa intuizione, disdegna i TAROCCHI DI MARSIGLIA, li trova “exoterici”, ed inventando carte “esoteriche” secondo la sua idea, crea i suoi Tarocchi. Mette in relazione ciascuna Carta dei Tarocchi con una delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, disprezza gli Arcani Minori e pone il Matto tra le cifre 20 e 21. Ed inoltre, non ha saputo disfarsi granché di questa visione personale e letteralmente vedere i TAROCCHI originali. Senza voler riconoscere che il MATTO è un mistero, senza numero, che non è da nessuna parte e dovunque, innumerevoli teorie ne hanno fatto il FOLLE e gli hanno dato il numero 0 o 22. Ciascuno, come in”Cendrillon”, è pronto a tagliare un pezzo del suo piede per potere calzare la pantofola di”VETRO” (VAIR).
Al fine di far coincidere i Tarocchi con i XXII Sentieri dell’Albero della Via delle Dieci Sefirot della tradizione cabalistica, Arthur Edwards Waite, occultista inglese membro dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, invertì i numeri della Forza e della Giustizia, trasformò l’INNAMORATO negli INNAMORATI e falsificò il significato di tutti gli ARCANI MAGGIORI… A.Crowley, da parte sua, occultista che appartenne all’Ordine del Tempio dell’Oriente (O.T.O.), cambia ancora una volta i nomi, il significato e l’ordine delle carte. La GIUSTIZIA diventa l’ADEGUAMENTO; LA FORZA, LA LUSSURIA; LA TEMPERANZA, L’ARTE; IL GIUDIZIO, AEON. Elimina i FANTI ed i CAVALIERI e ne fa dei PRINCIPI e delle PRINCIPESSE…
È curioso e rivelatore, osservando le differenti variazioni che gli interpreti, più o meno chiaramente, fanno subire ai TAROCCHI DI MARSIGLIA, vedere come, ricopiando gli errori dei loro predecessori, attribuiscano loro in realtà un senso “tradizionale”.
Oswald Wirth occultista svizzero, massone e membro della Società Teosofica, che disegna i suoi Tarocchi, vi introduce non soltanto costumi medioevali, sfingi egizie, il simbolo cinese del Tao, la versione del diavolo di E. Levi, etc., ma si ispira maggiormente alla maldestra versione di Court de Gébelin (vedere la sua CASA DIO, la sua TEMPERANZA, la sua GIUSTIZIA, il suo PAPA, il suo INNAMORATO) piuttosto che ai reali TAROCCHI di MARSIGLIA…Alcuni eruditi arrivano ad affermare che i TAROCCHI di MARSIGLIA sono una versione ingenua dei Tarocchi di Gébelin! … Le migliaia di seguaci di una setta Rosa-Crociana americana affermano che i Tarocchi egizi di R. Falconnier - allora membro della Commedia Francese, li pubblicò nel 1896 e li dedicò a A. Dumas figlio - costituiscono l’originale del gioco sacro.
Due secoli di sogni e di menzogne. Mucchi di libri e di carte stampate nella ricerca di un segreto alla portata di tutti e che aspetta, per essere perforato, soltanto le frecce di una corretta lettura: I TAROCCHI DI MARSIGLIA.
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