Philippe Camoin è l’erede degli ultimi Maestri di Carte marsigliesi… Suo padre, Denis Camoin Tourrasse, figlio di Marie-Thérèse Camoin e di André Tourrasse, conduceva la fabbrica Camoin, la quale stampava i Tarocchi di Marsiglia e tanti altri giochi di carte. Marie-Thérèse Camoin, nonna di Philippe Camoin, era la figlia di Antoine Camoin che conduceva anche lui la fabbrica Camoin portando avanti una tradizione di famiglia. Nel 1863, il suo antenato Jean-Baptiste Camoin aveva sposato in seconda nozze, Marie-Madeleine Martin, azionaria della fabbrica e discendente di Nicolas Conver. La fabbrica “Levenq de Conver-Camoin et Cie” fu chiamata “Maison Camoin”. Poi è Antoine Camoin, figlio del primo matrimonio di suo padre Jean-Baptiste Camoin, che ha condotto la Fabbrica. Antoine Camoin è il bis nonno di Philippe Camoin.
Sul piano artigianale, la Maison Camoin risale a Nicolas CONVER che incise nel 1760, il suo Tarot de Marseille, considerato come il più completo e il più vicino alla perfezione sino 1977. Nel 1997, Philippe Camoin, in collaborazione con Alejandro Jodorowsky, realizza un lavoro di ricostruzione lungo e complesso, e disegna i Tarocchi di Marsiglia Recostruiti. Per ciò, crea un nuovo Tarot de Marseille combinando simboli sparpagliati in diversi mazzi sparsi in Europe, in modo di creare una struttura esoterica totalmente nuova. Cosi facendo, migliora la pratica dei suoi antenati. Questi Tarocchi Recostruiti danno inizio al ripristino di una Filosphia che esiste al di là del semplice gioco di carte, e che giace silenziosa da molti secoli.
Philippe Camoin vuole rivelare la ricchezza dei Tarocchi di Marsiglia e la loro capacità di adattamento ad ogni essere umano di qualsiasi cultura, nazionalità, età e classe sociale… I Tarocchi si rivolgono al Mondo intero! Per affermare tutto ciò, ha studiato, tra l’altro, da quando aveva quattordici anni, il Simbolismo e le differenti religioni. A ciò va aggiunto lo studio dell’Alchimia, dell’Esoterismo Occidentale, del Buddismo Tibetano, della Parapsicologia, dei Poteri dell’Anima, dello Sciamanismo, dell’Induismo, dello Shivaismo, del Raja Yoga, della Contemplazione meditativa, ecc. Tutto ciò gli conferisce una Conoscenza che gli permette di inglobare i Tarocchi di Marsiglia in un insieme culturale molto più vasto e più aperto di qualsiasi altro approccio.
All’età di ventisei anni, alla morte di suo nonno, realizza che, attraverso i suoi antenati, è divenuto il Custode responsabile di conservare ed assumere la Tradizione dei Tarocchi di Marsiglia. L’eredità spirituale della lunga discendenza dei Maestri di Carte ed i numerosi anni di ricerca, lo conducono ad intraprendere con Alejandro Jodorowsky la concretizzazione del ripristino di questa Tradizione secolare.
Persegue anche studi di Matematica, di Medicina e di Informatica, apprende una dozzina di lingue straniere che gli consentono di analizzare e studiare la psicologia planetaria attraverso la molteplicità delle culture, degli usi e costumi che studia insieme agli idiomi. È anche musicista (strumenti a fiato) ed attore, segue per un anno corsi intensivi di cinema internazionale secondo il metodo Actor’s Studio e quattro mesi di stage con John Strasberg.
"I Tarocchi permettono di connetterci con qualcosa che è nascosto in noi e che abbiamo dimenticato. In effetti i Tarocchi semplicemente ci confermano ciò che già sappiamo. Perché siamo noi che decidiamo. I Tarocchi sono la medicina per la memoria.
I Tarocchi ci aiutano a capire la nostra vita, le sue tappe, le sue prove, il suo senso. Molto spesso i Tarocchi parlano spontaneamente a colui che pone una domanda e il tarologo è presente solo per ricordare che questo è possibile, divenendo un interprete trasparente. Questo incontro con i Tarocchi permette di vivere un momento privilegiato nel quale siamo in ascolto in un modo più presente che d’abitudine, perché siamo confrontati ad interrogativi senza risposta.
Improvvisamente lasciamo entrare il Sacro nella nostra vita ed è questo l’importante, « Bussate e vi sarà aperto! ». I Tarocchi sono una Porta su un altro universo. Un universo nel quale ci interessiamo a noi stessi. Diventiamo « santi » quando interroghiamo i Tarocchi perché ricordiamo a noi stessi che esistiamo. Non siamo la misera identità sociale nella quale molto spesso ci identifichiamo. Siamo esseri creatori, capaci di fare molto grazie al nostro libero arbitrio individuale.
Il tarologo ha una responsabilità sacra. Può essere l’iniziatore di un momento. Deve annullarsi davanti alla Presenza. Deve diventare impersonale , essere solo un’apparenza, essere un nulla. Allora la risposta emergerà alla superficie della coscienza! Allora la Realtà apparirà nuovamente davanti agli occhi del consultante e dissiperà l’illusione che adombra la sua anima".
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