Un’altra visione della cartomanzia: la Tarologia
La parola cartomanzia, etimologicamente, è composta da due termini: carta e manteìa. Quest’ultima significa divinazione. Quindi cartomanzia vuol dire divinare, l’indovinare, il predire il futuro attraverso la lettura delle carte.
Sia il termine cartomanzia, che la pratica stessa della cartomanzia, hanno ricevuto un forte impulso, soprattutto negli ultimi due secoli, con il sempre più crescente aumento delle persone interessate allo studio e all’utilizzo delle carte a scopo divinatorio, ed in particolare dei Tarocchi.
Ma definire l’uso dei Tarocchi come la“pratica della cartomanzia” è corretto? A nostro giudizio, è senza dubbio lecito definire cartomanzia la “pratica della divinazione tramite le carte da gioco”.
Per quanto riguarda i Tarocchi, invece, è necessario fare un distinguo essenziale: se ad essere utilizzati sono i tarocchi privi di una reale struttura codificata, allora il termine cartomanzia è forse adatto, poco differendo l’uso di questo tipo di tarocchi da quello delle carte.
Laddove invece ad essere utilizzati, attraverso un metodo scientifico quale il metodo Camoin, sono Tarocchi che posseggano una reale struttura tradizionale ed esoterica, come appunto quelli ricostruiti da Camoin e Jodorowsky, definire il loro uso “pratica di cartomanzia” risulta decisamente erroneo. E questo per il semplice fatto che la cartomanzia, sia da un punto di vista etimologico che ontologico, è tutt’altro.
I Tarocchi, come dovrebbe essere ormai chiaro, non solo sono uno strumento divinatorio. Alla luce delle rivelazioni di Philippe Camoin, sappiamo che, nel loro complesso, sono una sorta di macchina metafisica di cui il gioco di carte non è altro che un supporto, e che custodiscono un insegnamento segreto codificato che si esprime attraverso Codici e Leggi, attraverso cioè un linguaggio che consente la comunione tra l’essere umano ed il sacro.
Perché quindi il loro utilizzo dovrebbe definirsi una “pratica di cartomanzia”? Sarebbe una definizione decisamente impropria e a nostro avviso non più accettabile, perché presupporrebbe o una mancanza di conoscenza relativa alla materia Tarocchi, oppure, e sarebbe il caso peggiore, totale malafede.
La pratica della lettura dei Tarocchi nel solco dell’autentica tradizione è definibile come Tarologia, cioè il discorso sui Tarocchi (taro + logìa), che rappresenta, per estensione, la Scienza Sacra, la disciplina, che se ne interessa. La Tarologia, dunque, rispetto alla cartomanzia, aderisce con coerenza e completa corrispondenza al significato e all’uso più profondo, spirituale, dei Tarocchi.
Concludiamo con una considerazione: questa diversità tra cartomanzia e tarologia, che a prima vista potrebbe sembrare una disquisizione di carattere linguistico o accademico, è a parer nostro una differenza tanto sostanziale e di così eccezionale portata, nel mondo dei Tarocchi, da potersi paragonare allo stupore del Vecchio Mondo di fronte alla scoperta di un famoso esploratore italiano nel 1492…
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